Tutti conosciamo la Cannabis come una pianta controversa. Ma è sempre stato così? Assolutamente no, anzi la Canapa è stata per millenni una risorsa tanto da diventare, per brevi periodi, moneta di scambio. Una vera ricchezza economica.
Ma cosa ha reso la Canapa così controversa da diventare illegale? Per scoprirlo dobbiamo fare qualche passo indietro nei secoli e ripercorrere la sua storia
CANAPA UNA PIANTA SACRA COLTIVATA FIN DALLA PREISTORIA
Originaria dell’Asia centrale e sacra per il popolo Hindu che la sua coltivazione abbia storia millenaria è dato di fatto.
Grazie al ritrovamento in Romania di semi di canapa fossilizzati sappiamo per certo che la canapicoltura era già presente durante il Neolitico.
Altre prove del suo utilizzo ci arrivano dagli antichi egizi. Non è raro, infatti, trovare resti di tabacco e Cannabis nelle mummie.
Ma come si è sviluppata la canapicoltura in occidente e cosa ha trasformato la cannabis da risorsa preziosa a pianta illegale?
CANAPICOLTURA, DIFFUSIONE E UTILIZZI DELLA CANNABIS IN EUROPA
La Cannabis fornisce da millenni una fibra tessile di ottima qualità e per questa ragione fu coltivata fin dall’8000 a.C in Asia e Medio Oriente per produrre tessuti
Ma quando arriva in Europa? Le prime tracce risalgono all’Inghilterra del XVI quando Enrico VIII incoraggiò gli agricoltori alla canapicoltura per fornire materiale alla flotta britannica. Si rendeva infatti necessaria una fornitura regolare di Canapa per la costruzione di navi da guerra e componenti quali vele, ciondoli, alberi, gagliardetti. La carta di Canapa veniva invece utilizzata per mappe nautiche e Bibbie.
E in Italia? La coltura della Cannabis in Italia, legata all’espandersi delle Repubbliche Marinare, ha una tradizione antica e veniva utilizzata per vele e corde. Era tradizione anche usarla per i tendaggi domestici, tovaglie, lenzuola e vestiti.
Coltivazione estremamente comune nelle zone mediterranee e centro europee grazie alle sue caratteristiche. La Canapa, infatti, cresceva bene in terreni difficili che non si prestavano ad altre coltivazioni industriali, come terreni sabbiosi e aree paludose. Inoltre, era estremamente polivalente e a buon mercato.
Oltre alle sostanze fibrose a scopo tessile, durante il XVIII secolo, periodo di massima diffusione della canapicoltura, dalla pianta di Cannabis si estraevano anche sostanze oleose destinate all’illuminazione e alla produzione di energia e farinacei destinati all’alimentazione e mangime per animali.
ITALIA, IL SECONDO PRODUTTORE MONDIALE DI CANNABIS
Durante i secoli del trionfo della vela e delle grandi conquiste marittime europee, la richiesta di cordami assicurò ricchezza ai canapicoltori che fornivano le canape di migliore qualità per gli armamenti navali. In Italia si distinsero Bologna e Ferrara dove ancora oggi sono visibili nelle campagne i maceri piccoli laghetti artificiali dove la pianta di Cannabis veniva messa a macerare in acqua.
Grazie all’eccelsa qualità della canapicoltura italiana, l’Italia divenne il secondo produttore mondiale e divenne primo fornitore della marina britannica.
AMERICA, QUANDO ERA ILLEGALE NON COLTIVARE LA CANNABIS
Ebbene sì, c’è stato un periodo in cui non coltivare Cannabis era illegale. Nel XVII secolo in America nei territori di Virginia, Massachussetts e Connecticut gli agricoltori erano obbligati per legge a coltivare Canapa pena la condanna. Tanto che negli Stati Uniti del 1850 si documentano circa 8.400 piantagioni di Cannabis superiori ai 1000 ettari l’una.
Piccola curiosità, nell’America Coloniale la Canapa per oltre 2 secoli è stata anche valuta, poteva essere utilizzata al pari dei soldi per pagare tasse.
HENRY FORD E IL COMBUSTIBILE A BASE DI CANAPA
L’avvento della rivoluzione industriale permette di semplificare il lavoro ai canapicoltori rendendo possibile l’automatizzazione delle varie fasi: raccolta, smistamento, pulizia della fibra, rompere i gambi macerati, …
Le macchine permisero di abbattere ulteriormente i costi di produzione, dal 1920 la raccolta della Canapa era completamente automatizzata.
Quando nel 1986 Rudolph Diesel diede vita all’omonimo motore dà per scontato che il suo motore dovesse funzionare con diversi combustibili a base di ortaggi e frutta, tra cui la Canapa.
Lo stesso fu per Henry Ford che vedendo il potenziale dei combustibili composti da biomassa lavorò per primo al combustibile a base di Cannabis. Fu così che nell’impianto di Iron Mountain in Michigan gli ingegneri della Ford cominciarono a estrarre dalla canapa metanolo, carbone combustibile e tanti altri elementi fondamentali perfettamente applicabili anche nell’industria moderna.
CANAPA TROPPO EFFICIENTE, AL VIA LA CAMPAGNA DENIGRATORIA DELLA CANNABIS
Nei primi decenni del ‘900 la Canapa subì un’incredibile campagna denigratoria. Le sue caratteristiche e naturali peculiarità, i suoi punti di forza come la resistenza, la capacità di adattamento, la velocità di crescita e la facilità di averne in abbondanza divennero estremamente pericolose per le industrie concorrenti.
La Cannabis fu associata alla droga e si trasformò in marijuana. Uscirono film di propaganda come Reefer Madness che mostrava situazioni scandalose come promiscuità sessuale, efferati omicidi e suicidi collegandole direttamente alla Cannabis e all’atto di fumare marijuana.
Nel 1937 inizia il declino della Cannabis. Il Congresso USA approvò il Marijuana Tax Act, un’impopolare tassa di concessione di licenze e regolamentazioni che rendeva di fatto impossibile la coltivazione della Canapa. Anslinger fu il promotore della prima legge fiscale che divenne poi legislazione anti-marijuana e in pochi anni si estese in praticamente tutto il mondo.
PEARL HARBOR, HEMP FOR VICTORY E IL DECLINO DEFINITIVO
Durante la II Guerra Mondiale la Cannabis vive un momento di nuovo splendore. Infatti, in seguito all’attacco di Pearl Harbor sarà interrotta l’importazione di Canapa dalle Filippine e fu così che attraverso il film Hemp for Victory prese vita una nuova operazione mediatica diametralmente opposta alla precedente, che spingeva gli agricoltori americani a coltivare la canapa per supportare lo sforzo bellico.
Venne istituita addirittura la War Canapa Industries, società privata che aveva come unico obiettivo sovvenzionare la canapicoltura.
Finita la guerra però, tutti gli impianti vennero chiusi in brevissimo tempo facendo sparire nuovamente l’industria della Cannabis.
LA CONDANNA DEFINITIVA ALLA CANNABIS E L’INIZIO DELL’ERA DEL PETROLIO
Con il Controlled Substanced Act del 1970 arriva per la Canapa la condanna definitiva, venne riconosciuta come droga e la sua lunga tradizione e benefici scomparsero trasformandola definitivamente in marijuana.
Coltivare la pianta di Cannabis diventa ufficialmente illegale e i molti prodotti derivati vennero sostituiti dalle industrie petrolchimiche dando vita a quel processo fatto di petrolio e plastica, mosso da interessi economici e politici che ha portato alle conseguenze che oggi sono davanti agli occhi di tutti.
Oggi dopo un secolo di battaglie questa preziosa pianta inizia lentamente a riprendersi il suo spazio nel mondo, diffonderne la cultura il più possibile è compito nostro e di tutti i canapicoltori in modo che possa finalmente tornare al suo antico splendore.